Abruzzo dove andare: flora e storia

Abruzzo dove andare: flora e storia

Abruzzo dove andare

Abruzzo dove andare
Bougainvillea nel Borgo Abruzzese

Sul territorio abruzzese è stato detto molto, eppure c’è ancora tanto da dire su quello che ancora oggi è considerato uno dei luoghi più belli da visitare. Partendo dal Parco Nazionale d’Abruzzo, un’area protetta considerata il cuore selvaggio dell’Appennino, si snoda tra boschi sottili, crinali rocciosi, torrenti della grande riserva; insomma, una delle aree più suggestive d’Italia.

Abruzzo dove andare: monti da fiaba

Le montagne aspre e calcaree, dall’orografia tormentata, pur nettamente più basse di quelle dei massicci appenninici maggiori, offre delle vette spettacolari e selvagge. L’area protetta include anche – se non completamente – le tre catene parallele dei Monti Marsicani e più meridionali d’Abruzzo. La catena occidentale, la più lunga, separa all’inizio il Fucino e la valle longa da Valle Roveto e prosegue staccando la Valle del Sangro e Valle del Comino, concludendosi infine con la Mainarde.

Tra le vette più importanti meritano senza dubbio una citazione il Monte Cornacchia 2003 m, all’estremità nord-occidentale del parco e il Monte Marcolano 1940 m; e in più la lunga costiera che culmina nel Picco la Rocca 1925 metri in vista di Pescasseroli.

Abruzzo dove andare – Campotosto – territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Abbiamo parlato più volte delle vette maggiori dell’Abruzzo come il Gran Sasso di 2893 m, e la Majella di 2795 m (la cui vetta più alta, il Monte Amaro, misura 2793) tuttavia sono tante le zone massicce da tenere in considerazione come Forca d’Acero cioè la lunga cresta della Serra delle Gravare di 1974 m a cui seguono i tormentati Monti della Camosciara, Monte Capraro 2003 m, e poi la solenne catena che unisce il Monte Petroso di 2.249 metri alla Meta 2.242 m; concludono la catena, le vette delle Mainarde tra cui ricordiamo la Metuccia di 2103 metri e il Monte Cavallo di 2039 metri.

Abruzzo dove andare – Majella

I fiumi

Calcarea e povera di acque, la montagna appenninica ha spesso un aspetto arido. Per i Pastori la relativa scarsità di sorgenti, ha creato spesso dei problemi sin dalle origini. Tuttavia, le montagne del parco sono ancora tra le più ricche d’acqua dell’Appennino centrale.

Tra i fiumi spicca ovviamente il Sangro, che nasce nei pressi di Passo del Diavolo e scende poi verso sud-est formando le “foci” (Gole) di Opi e Barrea e il lago artificiale di Barrea. Nelle valli vicine scorrono il Giovenco e il Sagittario. Il Melfa e il Lacerno.

All’estremità sud-orientale del parco sgorgano le sorgenti del Volturno uno dei fiumi più importanti della Campania poco a ovest nell’area protetta in Valle Roveto sono le sorgenti e l’alto corso dei Liri che segna più in basso il confine tra Lazio e Campania.

Lago di Scanno – foto@Stefania Dfa

Tra le cascate le più note e suggestive sono quelle della Camosciara, circondate da rocce e da boschi. Tra i laghi hanno origine naturale il Lago Vivo e quello di Scanno oltre al piccolo ma interessante Lago Pantaniello, nel Massiccio del Greco. Sono invece artificiali i bacini della Montagna Spaccata, di Castel San Vincenzo e di Barrea. Sul versante laziale, oltre ai laghi artificiali di La Selva e di Grotta Campanaro, da notare la presenza dello splendido – e protetto – Lago di Posta Fibreno una risorgenza dove tornano alla luce molte delle acque del parco Nazionale d’Abruzzo.

Abruzzo dove andare
Abruzzo dove andare: Camosciara

Abruzzo dove andare a vedere la vegetazione

Tra i 600 e i 700 metri di quota – del fondovalle del Volturno – e i 2200 m e oltre, delle cime più alte il parco Nazionale d’Abruzzo, offre un’escursione altimetrica minore di quelle di altri parchi italiani. Ciò nonostante, la varietà di Flora di queste montagne è eccezionale: nel parco sono state censite oltre 2.200 specie di piante superiori.

Tra gli alberi merita di essere notata innanzitutto la presenza del faggio diffuso ovunque a quote superiori, tra i 1.100 e 1.900 metri, un autentico signore di queste montagne. Tra le piante associate alla faggeta meritano una citazione il maggiociondolo con le sue splendide fioriture, il tasso, il sorbo e l‘acero montano. Rispetto alle Alpi, le conifere sono poco frequenti. Interessanti comunque il pino mugo, diffuso soprattutto intorno alla Camosciara e il pino nero nella varietà di Villetta Barrea. Più in basso della faggeta, il bosco è formato da cerro, prungolo, carpino e acero minore.

Boschi in Autunno

Le orchidee

Parlare di orchidee in Abruzzo non è sempre semplice perché in genere si tende a pensare a un clima prettamente tropicale oppure alle foreste equatoriali. Tutto ciò in effetti è vero in quanto delle 20.000 specie della famiglia delle orchidaceae, la maggior parte vive proprio in tali zone, tuttavia, in Italia ne esistono circa 120 specie di cui una settantina in Abruzzo. Varie come strutture e colori, le orchidee selvatiche si possono osservare tra maggio e giugno sui pascoli e sulle radure del parco.

Tutti i fiori sono caratterizzati da simmetria bilaterale -. o speculare – e da un gineceo, l’apparato sessuale femminile, formato da tre carpelli, o foglie, metamorfosate. Tutte le specie di orchidee spontanee italiane sono terricole. Tra le specie più belle da citare assolutamente la Dachtyloriza incarnata con i suoi piccoli fiori rosa screziati; la rossa D. Latifolia, le Epipactis helleborine, muelleri e palustri e altre specie abruzzesi che non superano di solito i 1000 metri di quota.

Cypripedium calceolus – Orchidaceae: “Scarpetta di Venere”. Tra le più rare Italiane 

Per quanto riguarda la fauna, ne abbiamo già parlato in questo articolo. Ciò nonostante, come non citare di nuovo l’Orso, simbolo del parco ridotto in milioni di esemplari sulle cartoline; oppure del lupo appenninico, l’eterno vagabondo. E ancora Il camoscio abruzzese, definito il più bello del mondo! E ancora il cervo e il capriolo, che si trovano un po’ovunque; ma soprattutto la regina incontrastata del territorio: l’aquila reale un rapace di eccezionale eleganza!

Le origini

L’Abruzzo, insomma, riesce ad incantare il visitatore con un’atmosfera intatta di antichi borghi medievali, centri storici di grande fascino dov’è ancora vivo il ricordo della transumanza; e poi le chiese isolate, necropoli sannite, fortilizi medievali, monasteri, castelli, Palazzetti del Seicento e così via, tutto a testimoniare un passato ricco e glorioso.

Dell’occupazione romana il territorio dell’odierno parco Nazionale d’Abruzzo era al confine tra quelli dei Marsi e dei Sanniti, via via sconfitti da Roma. Nel medioevo, ebbe una notevole importanza la presenza dei Benedettini che fondarono tra l’altro il monastero di San Vincenzo al Volturno. E numerosi cenobi e abbazie minori, tra le quali Sant’Angelo in Bareggio nei pressi dell’odierna villetta Barrea. Alla fine del IX secolo ebbero gravissime conseguenze le scorrerie dei Saraceni, solitamente installati a Fondi, nel Lazio: uno dei paesi del versante laziale, San Biagio Saracinisco, deve proprio a loro la sua fondazione. Per tutto il medioevo la grande via dell’Aquila a Sulmona e a Napoli, attraverso le cinque miglia, che corre appena a oriente del parco, restò una delle più importanti d’Italia. Nel 1268, poco a nord del Fucino si combatté a Tagliacozzo la decisiva battaglia tra Svevi e Angioini, che vide questi ultimi prevalere.

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Borgo Medievale di Santo Stefano di Sessanio – Scorcio, Vista della Torre Foto@Stefania Dfa

Non lontano dal parco, ma fuori dai suoi confini si consumarono le più grandi vicende della spiritualità abruzzese, incentrata negli eremi della Majella e del Morrone. I primi secoli dell’età moderna con il consolidamento del Regno di Napoli furono di relativa prosperità economica, legata in buona parte alla pastorizia transumante: lo lo testimoniano le belle case, i palazzetti, le chiese costruite un po’ in tutti i paesi.

Artigianato

L’artigianato abruzzese un tempo era assai ricco e vario, ha ricevuto tuttavia un durissimo colpo dallo spopolamento della montagna nei primi decenni del secolo. Buona parte degli oggetti di legno e di rame messi in vendita da botteghe e bancarelle sono tra le produzioni migliori. Meritano però una citazione le sculture di legno di alcuni artigiani di Pescasseroli, le zampogne prodotte ai piedi delle Mainarde, in particolare a Scapoli e Falignano e i pizzi al tombolo di Scanno.

Proprio il turismo legato al parco ha favorito la nascita in particolare a Pescasseroli villetta Barrea e Civitella Alfred Alfedena di un artigianato più moderno di gusto in questi paesi varie botteghe permettono di acquistare ceramiche oggetti di cuoio rame e ferro battuto.

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Abruzzo dove andare – Pizzo realizzato al tombolo – Scanno – Photo@Davide Papalini