In una valletta nei pressi di Montenerodomo, in vista della Majella, si apre una delle aree archeologiche più suggestive della regione Abruzzo. In questo luogo solitario e silenzioso, sembra riecheggiare il suono delle voci dei mercanti che vendono i loro prodotti. Ecco le emozioni che suscitano le rovine di Juvanum con la sua storia lontana.
Le origini antiche delle rovine di Juvanum
Juvanum sorge nella località di Santa Maria del Palazzo, le sue origini sono da ascrivere al Liber Coloniarum dove è elencato come Jobanos. Prima dei romani è terra dei Carricini, un popolo sannita come i Piceni che popolarono le zone limitrofe di Civitella del Tronto. La loro economia è basata su pastorizia. La testimonianza è data dai tratturi, che passano da queste parti, detti all’epoca calles. Questo popolo vive sparso in minuscoli villaggi detti vici, sulle alture costruivano invece le oppida, ovvero borghi fortificati. Ma sono i romani conquistatori a costruire qui le vere città, ossia i municipia; e Juvanum rimane a lungo tempo punto di riferimento per l’amministrazione. Infatti nel I secolo a.C. aveva giurisdizione su una popolazione di ben oltre 15.000 abitanti.
Gli scavi: templi e terme
Dal 1960 le campagne di scavi archeologici hanno riportato alla luce gran parte dei monumenti costruiti nella zona del primo nucleo della città. Sulla sommità dell’acropoli il santuario è circondato da un muro fatto di blocchi di pietra squadrati e serviva da sostegno per il terrazzamento. Le mura difensive del III secolo a.C. cingevano un luogo sacro nato prima dei Templi, dove probabilmente si praticava un culto dedicato all’acqua. Il primo tempio è fondato nella prima parte del II secolo a.C. e occupa la parte centrale dell’area sacra. Qualche decennio più tardi, a nord, sorge il secondo tempio e anche di questo si possono ammirare i blocchi di pietra del podio.
Il teatro ed il foro con le sue botteghe
Nelle rovine di Juvanum c’è il teatro del II secolo a.C., costruito prima dell’arrivo dei romani, si desume dallo stile che non segue canoni classici. Il foro costituiva il vero cuore della città, una piazza di oltre 1500 metri quadri, abbellita da statue e circondata da un portico con colonne. Sul pavimento si conservano tre file di lastroni che recano una iscrizione monumentale sulla quale è riportato il nome del magistrato autore dell’opera. Infine sono tante le iscrizioni rinvenute che raccontano dei culti venerati in questa città antica, quello di Ercole, Diana, Vittoria e Minerva. Di grande interesse il museo inaugurato nel 2006 e suddiviso in 4 sezioni: intorno a Juvanum. culti degli dei, la vita quotidiana, il lapidario. Infine si può ammirare la ricostruzione virtuale della città antica come non è mai stata vista fino ad oggi.
by M. D. L.