Vallelonga, dal versante del Fucino al centro suggestivo di Villavallelonga
Vallelonga, un luogo idilliaco e sconfinato, si trova situato nei monti del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove, fino al 1875, le acque dell’ex alveo del Fucino – dal lago omonimo – ricoprivano la zona.
Il Fucino era un autentico mare interno, dominato d’inverno dalle cime innevate del Velino, del Sirente, del Viglio e, soprattutto, il secondo lago – per superficie – della penisola italiana dopo il Trasimeno. Ancora oggi, avvicinarsi al parco da Avezzano, significa attraversare la fertilissima campagna della bonifica dei Torlonia, completamento di quella realizzata già nel 52 d.C. dall’Imperatore Claudio, che scendono al collettore principale dove si trovano le antenne di Telespazio. Un itinerario dove meritano una sosta i cunicoli di Claudio, fino al castello di Ortucchio.
Il visitatore è interamente immerso nei luoghi più solitari e suggestivi del parco. La Vallelonga, rettilinea per oltre 20 km e parte integrante dell’Appennino Abruzzese, consente di raggiungere i Prati d’Angro e il centro storico di Villavallelonga, il sito principale della zona. Il territorio, che ricopre un’area di 110 ha, è situato tra i 1200 e i 1900 m s.l.m.
Da Collelongo, appena fuori dai confini del parco, una strada sale al panoramico crinale della Serra Lunga, da cui inizia uno splendido sentiero verso il Monte Breccioso e il Monte Cornacchia. Più a oriente le grosse borgate di Lecce e Gioia dei Marsi, entrambe al margine del pianoro, non hanno molto da offrire al visitatore. Tuttavia, da non perdere, l’atmosfera suggestiva e, se vogliamo anche un po’ triste, delle rovine di Lecce Vecchia e il panorama offerto dalla Torre cilindrica di Sperone che domina una delle vie più battute di accesso al parco.
Importante è ricordare che i monti sui due lati della Vallelonga, in particolare Fontecchia, Marcolano, Rocca Genovese e i Tre Confini, sono tra i più selvaggi e solitari del parco, con molti sentieri quasi cancellati. Chiunque si addentri in questi territori può vivere esperienze molto diverse da quelle possibili in Val di Rose o Lago Vivo.
Torre cilindrica di Sperone
Villavallelonga
Il sito, è arroccato su uno sperone allungato ed è il capoluogo della Valle, oltre ad essere uno dei centri più incantevoli e caratteristici del parco. Comune Italiano di 882 abitanti, situato nella provincia dell’Aquila, ai piedi del Colle dei Cerri, nel versante meridionale di Vallelonga. Situato a 1.005 m s.l.m. Villavallelonga, si può raggiungere sia percorrendo le autostrade A25/E80 (da Pescara – Chieti, Bussi – Popoli, Pratola P. – Anversa degli Abruzzi, Pescina – Trasacco), sia da Avezzano per Trasacco e Collelongo, attraverso una strada piuttosto conosciuta.
Al di là del paese, sempre aperta e assai vivace, la strada prosegue fino alla Madonna della Lanna e all’ampia conca dei Prati d’Angro. Formatosi intorno all’anno mille, l’abitato è circondato da ruderi che ricordano una storia molto più antica risalente ai Marsi: tra queste sopravvivenze la più importante è senz’altro il sito scavato in località Amplero, su un pianoro poco a nord del centro.
Possesso feudale dei conti dei Marsi, Villavallelonga passò nel XIII secolo sotto il dominio dei conti di Celano, signori della marsica e più tardi ai Piccolomini e infine ai Pignatelli. Il monumento più interessante del paese è la chiesa parrocchiale, dove si trova una statua in terracotta di San Bartolomeo del XV secolo.
Inoltre, per chi ama le curiosità, si può visitare una lapide accanto a una fontana sulla via dei Prati d’Angro che ricorda la partecipazione di Vittorio Emanuele II a una battuta dell’Orso. Coinvolgenti, comunque, anche le stradine del paese vecchio. Eppure, il principale richiamo è caratterizzato dall’area faunistica del cervo, su un dosso roccioso che domina a sud, il borgo al quale è annesso il Museo Loreto Grande.
Villavallelonga
Dai prati d’Angro all’Aceretta
Da Villavallelonga, la strada risale la valle e poi prosegue quasi rettilinea, fino alla chiesetta della Madonna della Lanna (a 1086 m) e poi tortuosa, in una valle circondata dal bosco, fino al margine dei Prati d’Angro. Un ampio territorio, a circa 1200 m di quota. Frequentati dal bestiame e dal pascolo, i prati sono un ottimo luogo di sosta e il punto di partenza verso le selvagge cime dei dintorni.
Molto interessanti sono il sentiero della Val Cervara che sale alla Rocca Genovese, e poi ancora quello della Schiena d’Asino, che porta al Monte Serrone a Capo d’Acqua. Per una passeggiata un po’ più tranquilla conviene comunque seguire il sentiero che traversa l’altopiano e poi sale nel bosco fino al fontanile dell’Aceretta a 1445 m. s.l.m. circondato da una splendida faggeta. In aggiunta, si può proseguire sul sentiero un po’ più ripido in avanti, fino al valico dell’Aceretta a 1686 m. s.l.m. dove un belvedere spettacolare su Pescasseroli emoziona chiunque lo visiti. Fino al valico il tempo necessario è di circa un’ora e 30 minuti.
Coppo dell’Orso e i tre confini
Su Villavallelonga e Prati d’Angro, si affaccia anche uno dei massicci più solitari e selvaggi dell’intero Appennino, ovvero quello costituito dal Monte Cornacchia e dai vicini: Monti Breccioso, Capra Giuliana e Balzo di Ciotto.
I sentieri che salgono dalla Villavallelonga, sono tutti ripidi e piuttosto faticosi, ciononostante offrono splendidi percorsi a piena immersione nel bosco. Più in alto, sulle creste, il paesaggio si fa desolato e sassoso. Luogo di appoggio per le escursioni è il rifugio Coppo dell’Orso 1860 metri, che si raggiunge in circa due ore di salita dalla Madonna della Lanna. Di proprietà del parco in posizione suggestiva è stato ristrutturato e sistemato nella sezione del CAI di Collelongo, alla quale occorre rivolgersi per ottenere le chiavi.