Il caffè riduce il rischio di mortalità?

Il caffè riduce il rischio di mortalità?

In Abruzzo, nonostante l’aumento dei prezzi, il caffè resta in cima alla classifica delle bevande più consumate. Infatti, in base a un recente sondaggio rappresenta il secondo prodotto più commerciato al mondo … la nostra regione (e il resto d’Italia) non fa eccezione! Si stima che circa il 97% degli Italiani lo beve ogni giorno. Dunque, che si tratti di moka, macinato-macinato espresso, capsule, grani e così via, il caffè resta in vetta alle classifiche GDO.

Ne sanno qualcosa le aziende di Torrefazione Abruzzesi che, famose in tutto il Bel Paese e nel resto del mondo, vantano (dati ante-covid) almeno 70 imprese produttrici con un giro d’occupazione di circa 110 lavoratori. Nonostante la crisi economica, l’aumento dei costi del prodotto, questi resta nel cuore dei consumatori. Tuttavia, è salutare berlo ogni giorno? a quanto pare – senza esagerare – la risposta è affermativa.

Bere il caffè ogni giorno riduce il rischio di mortalità

Dal sapore, al piacere, alla scienza, la degustazione regna sovrana. Molti team di ricercatori, suddivisi per gruppi e per nazioni, si occupano da sempre dello studio dell’alimentazione. In particolar modo su prodotti ad alto consumo. Non a caso, infatti, su molte riviste è spesso sottolineato come questa bevanda rappresenti un vero toccasana per la salute. Di recente, inoltre, sulla rivista Annals of Internal Medicine, è stato pubblicato un nuovissimo studio che precisa come l’assunzione moderata (da 1 a 3 tazzine al giorno) di caffè non zuccherato (o zuccherato) è associato a un minor rischio di mortalità.

Partiamo dal principio. Oggi giorno tutti sanno che la bevanda contiene caffeina, che è uno stimolante del sistema nervoso centrale. Studi precedenti, basati sull’osservazione di quest’ultima, hanno suggerito un’associazione tra l’assunzione di caffè e la riduzione del rischio di mortalità; però questi studi non distinguevano tra caffè consumato con zucchero o dolcificanti artificiali o senza.

Il Dr. Chen Mao, a capo della nuova indagine, ha utilizzato i dati della U.K. Biobank per valutare le associazioni tra: il consumo di caffè zuccherato, zuccherato artificialmente e non zuccherato con la mortalità per tutte le cause e per cause specifiche. Il Dr. Mao è ricercatore della Southern Medical University.

Lo studio

A un totale di 171.616 partecipanti (età media – 55,6 anni) del Regno Unito senza malattie cardiovascolari, o cancro, sono state poste diverse domande sulla dieta e sul comportamento sanitario per determinare le abitudini di consumo di caffè. I ricercatori hanno scoperto che durante il periodo di monitoraggio, durato 7 anni, i partecipanti che bevevano una qualsiasi quantità di caffè non zuccherato avevano il 16-21% in meno di probabilità di morire rispetto ai partecipanti che non bevevano caffè.

Il Dr. Mao e colleghi, hanno anche scoperto che i partecipanti che bevevano da 1 a 3 tazzine giornaliere di caffè zuccherato, avevano il 29-31% in meno di probabilità di morire rispetto ai partecipanti che non ne assumevano. Gli autori hanno notato che gli adulti che consumavano caffè zuccherato, aggiungevano in media solo circa 1 cucchiaino di zucchero per tazza di caffè. Comunque, i risultati non sono stati soddisfacenti per i volontari che hanno utilizzato dolcificanti artificiali.

Le affermazioni del team alla rivista

“Sulla base di questi dati, i medici possono dire ai loro pazienti che non è necessario per la maggior parte dei consumatori eliminare il caffè dalla loro dieta, ma di essere cauti nei confronti dei caffè con alto contenuto calorico”.