LANCIANO – “Hamlet” in scena a Lanciano. Appuntamento domenica 10 aprile alle ore 21, presso il teatro comunale “Fenaroli”, con Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio e con Gerardo Maffei, Claudia Tosoni, Davide Paganini, Pio Stellaccio, Andrea Papale e Salvatore Rancatore. La piéce, liberamente tratta dall’Amleto di William Shakespeare, vanta la regia di Francesco Tavassi e la traduzione e l’adattamento di Alessandro Angelini e Antonio Prisco.
Scene di Alessandro Chiti, costumi di Sabrina Beretta e Serena Manfredini, musiche di Davide Cavuti. Biglietti in vendita presso il botteghino del teatro 8/9/10 aprile (16.30/19.30) e sul circuito Ciaotickets. In tutto il panorama di personaggi Shakespeariani non esiste un eroe più moderno di Amleto. Questo perché già diversi secoli prima della nascita della psicanalisi, Amleto s’impone come un personaggio dalla psiche profonda e complessa.
“Hamlet” in scena a Lanciano
La sua battaglia, prima ancora che con il mondo esterno è interiore e quindi attuale. Non devono trarre in inganno, le armi, il regno di Elsinore, il linguaggio d’altri tempi, Amleto vive e si nutre ad ogni rivisitazione del tributo che si paga ai capolavori; adattandolo non se ne scalfisce il valore, semmai lo si rinnova. Ad ogni rivisitazione il suo mito cresce, si scoprono nuove aderenze alla contemporaneità e s’accresce la precisione della sua spada perché penetri con maggior precisione.
Nella sua incapacità di scegliere – nel subire il peso fisico e terreno che deriva da tali indecisioni – nell’isolamento che arriva a sfiorare la follia, Amleto è un personaggio dei giorni nostri. Un uomo imprigionato nella sua condizione, simile in tutto e per tutto a quelli che s’incontrano lungo i marciapiedi delle nostre città. Uomini di ogni età e ceto sociale, incapaci di reagire alle avversità che li hanno presi di mira, paralizzati in attesa di un evento che li strappi alla loro condizione e li faccia ripartire, animati dal desiderio di rivalsa verso la società che li ha declassati, la donna che li ha delusi. Dagli affetti che avrebbero dovuto proteggerli.